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La mia proposta: un tennis straordinario

14.04.2024

Quanto ci voleva una settimana come questa?

Enormemente! Ne avevo tanto bisogno! Soprattutto dopo i mesi difficili che ho passato dalla seconda metà del 2023 fino adesso. Ho avuto dei momenti difficili, quindi arrivare qui e vincere il titolo è stato inaspettato, ma è comunque successo in modo naturale.

Vincere il torneo tre volte è qualcosa che non avrei mai immaginato. Quando l’ho vinto la prima volta, l’ho trovato sensazionale ed è per questo che per me è davvero speciale. Ma arrivare ad avere la Santissima Trinità, diciamo così, è qualcosa che conserverò  preziosamente nella mia memoria, cercando di approfittare di questo momento al massimo  (sorride).

Sente di essere lo stesso giocatore delle prime due vittorie, in termini della qualità di gioco hai dimostrato in campo?

Se devo confrontare il mio livello di tennis oggi con quello delle due volte precedenti, direi che secondo me questa è stata la volta in cui ho giocato un tennis più fuori dall’ordinario. Beh, se mi dicessero, Stef, hai vinto la prima volta senza perdere un set, possiamo dire che sia stata la prestazione migliore a Monte-Carlo? Risponderei, proprio di no. In semifinale ho avuto un avversario di livello mondiale che in questo momento si rifiuta di perdere contro chiunque, e sta andando alla grande. Ho superato questo ostacolo, è segno che il mio il tennis migliora e che sono in grado di gestire questi giocatori e le loro posizioni di forza. Per finire, la vittoria oggi contro Casper, ottimo giocatore sulla terra battuta che ha giocato la finale del Roland-Garros, questo lo riflette davvero la ragione per cui sono arrivato qui oggi, che sono diventato equilibrato, regolare e capace di grandi cose. Devo comunque mantenere la mente aperta, continua a migliorare, altrimenti i risultati diventano fluttuanti e incapaci di seguirmi nel percorso che ho deciso di seguire. Oggi ho visto cosa posso fare, e come posso ancora migliorare, di solito dico questo genere di cose dopo una sconfitta, ma anche dopo una vittoria, ci sono molte lezioni da imparare. So perfettamente che ci sono cose che posso aggiungere al mio gioco, in modo da   rendermi un atleta ancora migliore.

Ha trovato questa partita più facile rispetto a quella di ieri? Soprattutto al primo set? Nel secondo ha comunque avuto cinque break point.

Non posso dire che la partita di oggi sia stata facile oggi. Il primo set poteva farla sembrare facile, ma sapevo che era una vera battaglia. Forse alla fine del set, mi era sembrato che il punteggio e quello che era successo in campo non fosse perfettamente allineato. 6/1, un buon punteggio per me, ma sapevo che questo avversario non si sarebbe arreso. Non sarebbe stato facile per me mantenere lo stesso livello del primo set. Ho dovuto fare molta attenzione, adattarmi bene ai movimenti imposti dal mio avversario e alla sua nuova tattica. Molte cose richiedevano grande attenzione per non permettere un’inversione di tendenza. Queste situazioni a volte possono giocare brutti scherzi. Si gioca molto bene il primo set, ci si sente bene, ma ovviamente l’avversario poi si adatta, vuole provare qualcosa di diverso. Tra i migliori giocatori la forma mentis è quella dell’adattamento. Ma le cose possono cambiare molto rapidamente. Bisogna  essere attenti, rimanere aperti, adattarsi e provare nuove azioni.

 

È curioso di vedere il ritorno di Nadal a Barcellona il prossimo martedì? Sarà positivo per il circuito, è un avversario difficile per il Roland Garros…?

Direi che Rafa, anche se non ha mai giocato, o se è al suo primo torneo, lo sappiamo di cosa è capace e quanto sa adattarsi alla superficie che è la sua preferita, la terra rossa. Non mi sorprenderebbe vederlo in finale a Barcellona, ​​l’ha fatto già parecchie volte e lo farà per gli anni a venire. Ha uno spirito competitivo e ha delle ottime motivazioni che percepisce come inarrestabili. In campo, le sensazioni sono diverse perché devi prendere la sua palla. Quando si guarda la partita, la sensazione è solo visiva, ma se si gioca contro di lui, si percepiscono tutte le altre sensazioni. L sfida è veramente al massimo sulla terra battuta.

Anche se è a fine carriera, c’è qualcosa che ora ha più di prima: l’esperienza. Sa come conquistare punti, come imporsi in modalità “economia” molto più di prima.

 

Ci sono tanti obiettivi per giocare sulla terra battuta, il livello è già molto alto.  Tre giorni fa, Sakkari ha detto che il suo sogno era giocare in doppio insieme alle Olimpiadi. E che, forse, questo sogno non era del tutto condiviso. Idee su cosa fare alle Olimpiadi?

È chiaro che se riesco a qualificarmi per i Giochi con mio fratello Petros, vorrei giocare singolo e doppio con lui. Giocare tre prove in un’unica competizione è un po’ troppo per me, vorrei evitarlo. So che si tratta dei Giochi Olimpici e giocare con Maria sarebbe una grande opportunità. So anche che sarebbe una delle migliori partner per fare il doppio misto. Mi sono divertito moltissimo con lei. Ma allo stesso tempo tempo, questo sogno vorrei condividerlo con mio fratello. E vorrei essere tra i team – rarissimi – di fratelli che hanno giocato insieme ai Giochi Olimpici. Nulla per me sarebbe più bello che realizzare questo sogno, e mi piacerebbe davvero renderlo possibile per entrambi. Si tratta della mia famiglia e associarla a questa evento che risale all’antica Grecia è più importante di ogni altra cosa.

 

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