DAVIDOVICH FOKINA, PRIMA

La polizia monegasca sta attualmente conducendo un’indagine nei corridoi del Monte-Carlo Country Club. Alla ricerca di Arturo Brachetti del Rolex Monte-Carlo Masters, un illusionista diventato maestro nell’arte del trasformismo. Il profilo? Un americano di 1,96 m, marrone, snello, con spalle larghe. È apparso per la prima volta martedì sul Campo dei Principi, indossando un completo verde bottiglia e bianco, bandana tra i capelli, per affrontare l’ospite monegasco Lucas Catarina. Superati due punti dalla sconfitta contro il 430° del mondo, il sospetto è poi scomparso negli spogliatoi.

Dei testimoni lo avrebbero rivisto mercoledì contro Marin Cilic e giovedì contro Sebastian Korda. Le descrizioni concordano: un servizio XXL come la t-shirt ma movimenti molto incerti sul mattone frantumato. È stato sostituito venerdì mattina prima di entrare sul Campo Rainier III per i quarti di finale contro Alejandro Davidovich Fokina? L’aspetto sembrava esattamente lo stesso. Ma le prime battute sollevavano interrogativi: certo, Taylor Fritz lanciava delle praline ma correva, difendeva, a volte scivolava anche. Otteneva degli scambi lunghi a rete contro uno specialista di questa superficie. Per non parlare delle linee che ha toccato allegramente ai quattro angoli del campo. Lo abbiamo anche visto tentare dei drop shot vincenti andando all’indietro. Al punto da realizzare velocemente un break e volare via, in completo relax (6-2 in 49′). All’inizio della seconda manche, travolto sul dritto, Fritz ha anche provato a riprendere la palla con un colpo di polso slittato stile giocatore di squash. Risultato? Ammortizzato corto incrociato vincente. L’americano, stordito dal suo stesso colpo, ha alzato le braccia, quasi incredulo. Come toccato dalla grazia.

Ma allo scoccare di mezzogiorno (e non di mezzanotte), la magia ha cominciato a disperdersi. Davidovich Fokina, fino ad allora esasperato dal successo insolente dell’avversario e che non aveva trovato altro alla fine del primo set che una pausa toilette per cercare di fermare l’emorragia, ha provato a dare un po’ più di spinta ai suoi colpi. Alla fine, è riuscito a fare break sul 4-4 su un superbo rovescio lungo sulla linea, prima di un interminabile gioco di servizio, dove Fritz ha respinto un primo set point, quando poi lo spagnolo ha servito al cucchiaio ma ha perso il punto per riuscire, alla fine, a pareggiare a una manche pari, al 9° punto, (6-4 dopo 1h41).

Da quel momento in poi, il risultato sembrava inevitabile. E anche se Fritz ha fatto break una volta, la perdita del suo servizio sul 3-3 è stata fatale. L’americano ha segnato solo 2 degli ultimi 18 punti della partita (nell’ultimo gioco) dopo aver subito tre shutout in soli quattro minuti. Su un servizio a 215 km/h, Davidovich Fokina ha tirato fuori la sua specialità, un tuffo, riuscendo a rimettere la palla in campo. Fritz ha fatto schiantare il suo smash in rete. Esausto dopo 2h25 in pieno sole.

Finalista ai quarti del Rolex Monte-Carlo Masters lo scorso anno, poi subito dopo al Roland-Garros, Davidovich Fokina sale un altro gradino a 22 anni con una prima semifinale nel Masters 1000. E come lui stesso dice: “Quando batti il N°1 del mondo, Novak Djokovic (6-3, 6-7, 6-1 al primo turno), ti dà tanta fiducia e voglia di fare grandi cose nel torneo…”

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