Goffin atterra Djokovic
David Goffin si è qualificato per le semi-finali del Monte-Carlo Rolex Masters venendo a capo, al termine di una finale di match da cardiopalma e di altissimo livello di Novak Djokovic (6/2, 3/6, 7/5), venerdi’. Il belga l’ha avuta vinta sia per il tennis che per il coraggio.
Sono le 19h10. L’ultimo raggio di sole ha lasciato il campo Rainier III già da un po’. La luce si affievolisce inesorabilmente. Rafael Nadal, il Toro di Manacor, scalpita d’impazienza negli spogliatoi. Il suo quarto di finale non è ancora iniziato.
Deve renderlo furioso. E per un buon motivo, dopo il successo in tre set di Albert Ramos contro Marin Cilic (6-2, 6-7, 6-2) e Lucas Pouille contro Pablo Cuevas (6-0, 3-6, 7- 5) il terzo quarto di finale tra Novak Djokovic e David Goffin non finisce più. Ma elettrizza e riscalda il pubblico di un centrale quasi pieno. Entrambi i giocatori si rendono colpo su colpo per più di due ore. Goffin 6-5 nel terzo set quando Djokovic conduce 4-2. Il belga molla tutto e ottiene due match point. 15-40. La tensione è al suo apice. Djoko, spintonato da Gilles Simon nel secondo turno, preoccupato da Pablo Carreño Busta agli ottavi, va forse mollare la presa? Ace. 30-40. Il rovescio di Goffin aggancia la rete. 40-40. Irrespirabile. Glaciale come la temperatura. Poi una terza palla match. Fila di servizi e di dritti vincenti. Chirurgico. Poi una quarta. Ancora la rete per il rovescio di Goffin. Maledetto? Dopo 2h37, il quinto.
Il ritorno è lungo e le traiettorie un po’ più sparate per sicurezza. E improvvisamente crolla Djokovic di rovescio. E’ finita. David Goffin, eroico, magnifico, può alzare le braccia al cielo. Bel giocatore, Djokovic lo abbraccia a lungo. Anche lui ritrova una serenità che tuttavia gli è mancata un po’ nel corso della partita.
“E ‘incredibile dice timidamente Goffin al microfono dello speaker. E ‘stato così difficile. Nel terzo, avevo questo break di ritardo. Ho avuto delle opportunità, ma non riuscivo a coglierle. Ho pensato, ”continua ad attaccare.” Non ho mai mollato, per nessun punto. Per quanto ho potuto. Sentivo che stavo colpendo bene la palla, che ero propositivo e che avrei potuto darci dentro tranquillamente. Sono così felice. “
Novak Djokovic non riuscirà a triplicare il successo degli anni dispari, dopo i suoi successi nel 2013 e nel 2015, Logico, alla fine. Il serbo conosce un inizio difficile di stagione e il suo infortunio al gomito non ha aiutato alla sua ricostruzione. Andava a corrente alternata fin dall’inizio della settimana.
A volte lucido, a volte assente. A volte aggressivo, a volte passivo. A volte sorridente, a volte scontroso. A volte determinato, a volte arrabbiato. A volte imperturbabile, a volte incontrollabile. Un set vinto, un set perso. Sinusoidale. Simon aveva servito per il match sul 5-4 martedì. Carreno Busta si era arenato dopo aver condotto 6-2 2-0 palla di 3-0. Invano.
Questa volta, lo scenario è stato invertito. E’ Goffin che ha preso per il collo un Djokovic stranamente docile e che ha intascato il primo set 6-2. Risposta immediata e vincita della seconda manche 6-3. Poi il break 2-0 mantenuto fino al 4-2. Ma Goffin ha trovato un secondo slancio, aggredisce di nuovo il serbo, lo stordisce di colpi potenti e lunghi. Ritorna. Il pubblico sostiene la causa di questo “fragile” (68 kg) e (1.80m comunque) ragazzino dallo straordinario tempismo. Un atteggiamento che sembra infastidire Djokovic, incavolato anche col il suo clan impotente, con i raccattapalle troppo lenti, contro gli dei e tutta la Terra. “L’atmosfera era eccezionale sul campo- ha ringraziato Goffin. Siete stati grandi. Ho anche notato, come al solito, le bandiere del Belgio. Grazie. E vi dico a domani. ”