David Ferrer ha dominato Rafael Nadal

David Ferrer ha fatto scalpore sulla Rocca, venerdì, nei quarti di finale. La testa di serie n°6 del Monte-Carlo Rolex Masters si è preso la sua rivincita sull’ultima finale del Roland Garros, dominando di testa e di gambe il n°1 del mondo e otto volte campione nel Principato, Rafael Nadal (7/6, 6/4 in 2h13).

Nella famiglia Nadal, a cominciare dallo zio e allenatore di Rafael, Toni, il fatalismo è un modo di vedere la vita di giocatore di tennis. Non importa che Rafa sia considerato da molti come il migliore di sempre sulla terra battuta. Non importa che Rafa abbia al suo attivo otto titoli al Roland Garros e otto titoli al Monte-Carlo Masters. Non importa che Rafa abbia siglato 300 vittorie su terra rossa nella sua carriera, di cui 50 a Monaco. Per Nadal, l’umiltà non è una posa e prende sul serio ogni avversario come un potenziale killer. Col motto: non può durare; e bisogna pure che ogni serie abbia una fine.

Beh, i Nadal non si sbagliavano. In questo venerdì di quarti di finale al M.C.C.C., la fine della serie ha preso le sembianze di un David Ferrer al massimo della sua arte. Perché se Rafael Nadal, lui, era tutto sommato al di sotto del suo standard, tuttavia , David era Golia.

E ci voleva comunque l’eccellenza per permettere al finalista dell’edizione 2013 del Roland Garros di conquistare la sua prima vittoria, sul suo prestigioso collega più giovane, sulla terra battuta dal … 2004. Dieci anni fa, quando Rafa non aveva più di 17 anni, “Ferru” l’aveva infatti battuto sull’ocra di Stoccarda. Era la prima sfida tra i due uomini, e l’ultima volta che il più anziano aveva la meglio su di lui sulla terra battuta.

Ma in questa giornata di venerdì, il nativo di Javea ha messoi puntini sulle “i” fin dall’inizio del match. Il suo primo punto, appena iniziata la partita, è stato un buon indicatore: due colpi di racchetta; una grossa prima finita in rete. E logicamente il primo break riuscito (2-0). Mentre lui trovava le linee, spediva a tutta forza il suo dritto in estensione, sgambettava con molta freschezza e non esitava a venir finire i punti in rete, Rafael Nadal, lui, dava molto, soprattutto nel dritto. Il suo gioco non è mai stato sufficientemente all’altezza di ostacolare il suo avversario.

Naturalmente la vita di David Ferrer su questo campo centrale affollato non è andata sempre tutta liscia. Perché di fronte a un Nadal chiaramente non in gran forma e in panne di fiducia, anche la minima debolezza si paga.

E Rafa ha penato, ma Rafa ha combattuto. Per sedici minuti e alla sua sesta palla di debreak recuperava un 2-1. Un ulteriore scambio di break-debreak dietro e una lotta all’ultimo sangue fino a un tie-break inevitabile. E iniziato meglio dal n°1 mondiale (1-0). Prima che quest’ultimo crollasse e lasciasse “Ferru” collezionare sette punti consecutivi per intascare la prima manche. Dopo 1h25 di lotta.

Subito dopo, il secondo match non è stato dominato da uno solo, ma è girato in favore di David Ferrer. Nettamente.

Di fronte a un Rafael Nadal in difficoltà, ha azzeccato il break fin dal terzo gioco (2-1), prima di raddoppiare la posta al settimo gioco (5-2). Prima di tremare una prima volta al momento del servizio per la vittoria del match (5-3). E di temere una recrudescenza di Rafa, sempre guerriero, ma senza la sua fede abituale. 5-4 dopo 2h08 di gioco. E questa volta, il braccio che non ha tremato al momento di concludere. Un ultimo rovescio di Rafa in rete ha regalato la vittoria a David Ferrer. Una delle migliori della sua carriera. E con questa, un posto nella semifinale del Monte-Carlo Rolex Masters. Contro Stanislas Wawrinka

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