La decima per Rafa!
Rafael Nadal conquista il suo decimo titolo al Monte-Carlo Rolex Masters, non lasciando alcuna chance al suo compatriota Albert Ramos-Vinolas, 6-1, 6-3 in 1h16.
In questo giorno del primo turno delle elezioni presidenziali francesi, la sinistra era agli onori al Monte Carlo Country Club. Due mancini si affrontavano, in effetti, ai due lati della rete per la finale della 111a edizione del torneo. Due pretendenti e non undici e dei sondaggi unanimi. Nessun osservatore (o quasi) del tennis immaginava che Albert Ramos-Vinolas potesse fare sensazione e privare Rafael Nadal della sua Decima in Principato. Albert il catalano, sostenitore incondizionato del Barça, avrebbe rovesciato Rafa fan del Real Madrid, sulla sua amata terra? Il primo “clasico” della giornata iniziava dunque verso le 14h30, come preambolo di quello del pallone allo stadio Santiago Bernabeu. In delle condizioni molto simili a quelle della settimana nel Principato, dato che il sole si era preso un giorno di riposo, lasciando spazio a grandi nuvole grigie e a delle raffiche di vento gelido.
Al terzo punto, Rafael Nadal ha vissuto il suo unico momento di paura di tutto il pomeriggio. Un granello di polvere gli è entrato negli occhi. Lui, così preciso, così meticoloso, così superstizioso, stava forse per deragliare per un granello di polvere rossa?
Una goccia di collirio e si riparte. Rapido. Troppo rapido per Ramos-Vinolas.Che scarta tre palle break nel suo primo gioco di servizio. Ma si ripete al quarto gioco e Nadal lancia un attacco incrociato per staccarsi 3-1. Per la sua prima finale in Masters 1000, Ramos Vinolas sembrava più teso del solito, feceva fatica a sferrare il suo terribile dritto che ha fatto così male a Andy Murray, Marin Cilic o Lucas Pouille in particolare. È logico, si potrebbe dire. Sorge allora lo spettro della finale di Nadal – Verdasco nel 2010 (l’ultima tra due mancini) che ha imposto Nadal 6-1, 6-0. Dopo 30 minuti, l’ace fila sotto il naso di Ramos-Vinolas veloce come il primo set 6-1.
L’esito dell’incontro lasciava ormai pochi dubbi. Nadal si stava dirigendo verso una 15ªvittoria in altrettante finali contro i suoi connazionali e Ramos-Vinolas, poverino, sarebbe andato a raggiungere Ferrer, Almagro, Ferrero, Martin Montanes, Robredo e Verdasco tra i perdenti di domenica scorsa. Sceglie allora di cambiare la sua polo bianca con una blu più vivace. Invano. Era già in rosso, ubriacato dei lift aggressivi e lunghi del Manacori, che a sua volta vedeva la vita in rosa fucsia come la sua maglia zuppa di sudore.
Ed è a 2-2 che Nadal mette definitivamente l’acceleratore. Break 3-2. Poi a 30-0, Ramos-Vinolas gratifica il pubblico del Centrale con una difesa “nadaliana” ai quattro angoli del campo. Ma dopo una ventina di colpi, si fa cogliere da un dritto corto incrociato di Rafa, il cui angolo avrebbe fatto impallidire il più esperto degli insegnanti di matematica. Al contrario dell’addizione a livello elementare che si stava disegnando gioco dopo gioco in maniera limpida: un 10° titolo a Monaco, un 50° successo sulla terra rossa, un 70° titolo in carriera. I conti sono esatti. E irreali.
Rafael Nadal ha basato parte della sua leggenda sulla sua volontà non comune. Il suo odio per la sconfitta. La sua aggressività su ogni punto, indipendentemente dal punteggio. A 6-1, 5-3, 40-15 servizio Ramos-Vinolas, ne ha fornito una nuova prova inconfutabile. Invece di spingere il suo gioco di servizio, dopo un a 5-4 (Nadal ha anche ottimamente servito durante questa finale / 5 ace, 76% di prime palle, nessuna palla break concessa), ha continuato a fare pressione. Al punto che il povero Ramos-Vinolas, che non lo meritava, gli ha offerto la sua “decima” su un … doppio errore. La gioia è stata contenuta. Certamente. Ma profonda e sincera.
10 Monte Carlo Rolex Masters: nessuno ci è mai riuscito in nessun torneo. 50 titoli sulla terra battuta: i record di Guillermo Vilas (49) cancellati dagli annali. 70 titoli in totale della carriera. Rafael Nadal è un alieno. Inoltre, nel corso della premiazione, e mentre i raccattapalle formavano il numero 10 in perfetto allineamento sul fondo campo, il suo nome è apparso sugli schermi giganti tipo “Guerre Stellari”. Rafael Nadal è uno Jedi. Il maestro della Galassia rossa. “La Decima del Roland Garros, ora ci riuscirai” sembrava trasmettergli per telepatia il Maestro Toni. Forse, chi lo sa, per concludere quella fantastica saga.