Rublev entra nella storia dei Masters 1000

Il tennis è uno sport che può facilmente portare alla follia. Una minima cosa, un punto e tutto può cambiare totalmente. Nella finale della 116° edizione dei Rolex Masters di Monte-Carlo, Holger Rune, pensa ormai di aver portato a termine lo sforzo più grande conducendo per 3-0 poi 4-2 5-2 nel terzo set contro Andrey Rublev. Pochi minuti dopo, quando il russo riesce a rimontare e a pareggiare sul 5-5, il danese  non ce la fa più e crolla. Inizia il servizio con due falli enormi su due colpi in rete. E conclude con un brutto doppio fallo, il nono della partita. Palla di break per Rublev. Partita (quasi) finita.

Corinne Dubreuil/ATP Tour

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Dopo due finali dei Masters 1000 purtroppo perse (a Monte-Carlo nel 2021, 6-3 6-3 contro Stefanos Tsitsipas e qualche mese dopo, a Cincinnati, battuto da Alexander Zverev 6-2, 6-3), Andrey Rublev si gusta il suo momento di gloria, felice di aver guadagnato un grande titolo, lui che ha già ben 13 trofei vinti. Immagine simbolo, il russo sdraiato per terra, nella sua parte di campo al Rainier III, distrutto dalla fatica, dopo il match point, facendo il morto, con le mani che gli coprono la faccia. Come se solo in quel momento avesse potuto realizzare l’accaduto. Holger Rune, dopo essere stato criticato dal pubblico per le palle lanciate verso la tribuna per sfogare la frustrazione di una finale che gli sfugge di mano (prende anche una bella ammonizione), mostra comunque il suo spirito sportivo, scavalca la rete, nonostante i crampi e abbraccia chi l’ha sconfitto e si congratula con lui.

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Nemmeno con la Coppa in mano, Andrey Rublev riesce a rendersi conto della sua vittoria. Dichiara quasi imbarazzato: “Holger, tu hai già un titolo nei Masters 1000 (Paris Bercy nel 2022), grazie per avermi lasciato quello di Monte-Carlo. E ce ne saranno molti altri da vincere”. Andrey è così. Infuocato sul campo (34 tiri vincenti) ma introverso, addirittura timido, fuori. Dopo la vittoria contro Struff nei quarti di finale, scrive “I’m sorry” (“mi dispiace”) con un pennarello sulla telecamera. Ma qual è il significato? Forse non sapeva cosa scrivere. Andrey è così. Quasi a scusarsi per essere diventato il 66° vincitore nella storia dei Rolex Masters di Monte-Carlo. Lui che non ha potuto godersi la cerimonia che meritava, con inno nazionale e alzabandiera, lancia un nuovo appello di pace: “Ci tengo molto a ringraziare il pubblico. Quando si viene da un paese come il mio (la Russia, in guerra contro l’Ucraina), è bello sentire il vostro sostegno ovunque io giochi, in qualsiasi parte del mondo io mi trovi. Il tennis è uno sport che può facilmente portare alla follia, ma riesce anche a portare gioia e felicità proprio a tutti e in tutto il mondo, specialmente quando si ha a che fare con ambasciatori di questo sport, come questo campione.

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