SINNER PER KO
Nella famiglia dei giovani talenti del circuito ATP li chiamerei i “falsi gemelli” Andrey Rublev e Jannick Sinner. A meno che non preferiate giocare a “trovate le differenze”. Stessa altezza (1,88 m), stessa morfologia slanciata, stesso colore di capelli rossi, stesso outfit (abito verde bottiglia), stesso rovescio a due mani, stesso dritto cannone… l’elenco non è esaustivo. Fortunatamente giovedì, per gli ottavi di finale del Rolex Monte-Carlo Masters, l’italiano aveva optato, nonostante il sole al tramonto, per un cappellino bianco avvitato in testa. Comodo per la differenziazione.
Quel che è certo, però, è che dovremo abituarci ai loro duelli sui campi di tutto il mondo. Rublev, 24 anni, e Sinner, 20, rispettivamente 8° e 12° al mondo, sono senza dubbio tra i nomi destinati a subentrare e a mettere il loro nome in vari trofei assegnati sul circuito ATP.
Quando si fronteggiano, i due potrebbero inoltre gridare allegramente: “È a babordo che colpiamo, che colpiamo, è a babordo che colpiamo più duramente”, con in eco “È a dritta che colpiamo, colpiamo, colpiamo, è a dritta che colpiamo più forte…”. Sul campo Rainier III, il primo set si riassume con uno scambio di fucilate da fondo campo, con Rublev che ha finito per portare la palla al limite del campo un po’ più spesso di Sinner, a volte con un po’ di successo, cosa che ha portato a infastidire l’italiano che non ha mancato di sferrare un gran calcio in un supporto pubblicitario davanti alla sedia di un guardalinee. Al punto da farsi male il piede? Probabilmente no, ma quando Rublev ha azzeccato il break d’ingresso nel secondo set, Sinner ha risposto immediatamente ma ha chiamato il fisioterapista al cambio di lato mentre era in vantaggio per 2-1. Scopriamo quindi, oltre a un grosso cinturino alla caviglia destra, una brutta vescica sull’alluce. Il tempo di applicarvi una nuova protezione e la partita a schiaffoni riprende ancora meglio.
Ma una semplice contestazione di Rublev ha poi ribaltato l’atmosfera verso il lato oscuro. Il giocatore la cui nazionalità non dovrebbe essere pronunciata in questi tempi di conflitti internazionali, già copiosamente e vergognosamente fischiato quando è entrato in campo, è stato poi fischiato dalla folla. Molto deplorevole quando sai che Rublev, a differenza di alcuni dei suoi compatrioti, ha preso una posizione netta contro la guerra e ha persino scritto un messaggio “Stop war” in pennarello indelebile su una telecamera. Questo atteggiamento sembrava disarcionarlo, sconcertarlo, destabilizzarlo al punto da perdere quattro game di fila e il set 6-1.
Fortunatamente i battibecchi si sono riconcentrati sul tennis nella manche decisiva. Diversi scambi di break hanno reso indeciso l’esito. Ma il “linguaggio del corpo” faceva già ribaltare leggermente la bilancia a favore dell’italiano. Rublev si strascicava, fissando i calzini, mentre Sinner alzava con orgoglio il mento e agitava il pugno verso il suo clan e i suoi sostenitori ad ogni colpo vincente. Ha anche variato di più, atterrando un drop shot qui, un contro lì. Nuovo break, 4-2, primo match point respinto da Rublev sul 5-2. E poi un gioco di rimonta dal nulla sul 5-3 con un guazzabuglio di due ritorni di rovescio e un passaggio vincente a fine gara. Il finalista dell’edizione 2021, suonato ormai da un po’, con le gambe balbettanti, lo sguardo fisso nel vuoto, questa volta era definitivamente eliminato. “Non sento nemmeno la domanda dello speaker, lancia ilare, Sinner, al pubblico, a titolo di ringraziamento. Avete fatto un rumore pazzesco. Grazie a tutti.”
Nei quarti di finale Jannick Sinner scalerà ancora di una categoria contro il tedesco Alexander Zverev, N°3 del mondo.