Lo sport professionistico è pieno di storie di fratelli ed epopee familiari. E se a Monaco la famiglia Grimaldi regna dal 1297, Valentin Vacherot perpetua la stirpe di Balleret-Vacherot sui campi da tennis del Principato. Fratellastro di Benjamin Balleret, figlio egli stesso di Bernard Balleret (310° nell’ATP nel 1976) e la cui madre, Nadine, insegnante di tennis sui campi del M.C.C.C e del TC Monaco, non è altro che la sorella di Virginie Paquet (208° WTA nel 1989), madre di Arthur Rinderknech, 81° al mondo, Valentin ha logicamente ricevuto un invito a giocare al Rolex Monte-Carlo Masters.
Se il suo fratellastro, oggi suo allenatore, ha dovuto passare le qualificazioni nel 2006 prima di vivere il sogno a occhi aperti affrontando Roger Federer sul campo Rainier III negli ottavi di finale (sconfitta 6-3, 6-2), Vacherot è entrato in tabellone subito dopo aver vinto tre tornei in Tailandia e India dall’inizio della stagione ed essere balzato dal 317° al 141° posto nella classifica ATP.
Non troppo fortunato nel sorteggio, Valentin è stato comunque felice di misurarsi con Grigor Dimitrov, testa di serie n°9 e membro di spicco della Top 10. Due primi dritti laser vincenti del bulgaro sui primi due punti della partita avrebbero potuto paralizzarlo per il suo battesimo. Non è successo. Due minuti più tardi, e quattro punti consecutivi con due dritti bomba, Vacherot prende il controllo con il primo break. “Non sapevo davvero cosa aspettarmi, mi sono fatto tante domande – ha detto poi il monegasco -. Avevo paura del suo servizio, ma mi sono subito appassionato. E poi avevo il box migliore del torneo, c’era tutta la famiglia, era super piena, è davvero bellissimo, avevo anche qualche amico e conoscente sugli spalti, sapevo dov’erano, avevo i riferimenti, questo aiuta perché è la prima volta che gioco su un campo come questo.” L’esperto Dimitrov ha risposto immediatamente pareggiando sull’1-1. Da quel momento in poi i due giocatori non si sono più preoccupati. Fino al 5-4 o addirittura in vantaggio per 40-15 al servizio, il monegasco ha offerto un set point al bulgaro che lo ha rovinato con un colpo tagliato ma troppo lungo. Paziente nello scambio, capace di accelerare con il dritto, Vacherot ha messo in difficoltà il 9° del mondo, conquistando anche il miglior punto della partita con un superbo mezzo tiro al volo di rovescio ammortizzato o un altro su rialzo perfettamente preparato fuori tempo sul 6 -5. Ma, sotto pressione, Vacherot ha commesso due errori fatali tra cui un rovescio di legno e Dimitrov si è sentito sollevato e ha messo in tasca il primo set 7-5 in 58 minuti. “Questo è forse il mio unico rammarico – ha ammesso Vacherot -. Ho l’opportunità di pareggiare sul 6-6 e giocare un tie-break. Ma, nel complesso, è stata una bella esperienza“.
Stanco, l’autoctono ha concesso il break più velocemente sul 2-1 nel secondo, e non ha mai dubitato del recente finalista del Masters 1000 di Miami, perdendo logicamente ma senza meritare 7-5, 6-2 in 1h29. Con ricordi indelebili da conservare nell’album di famiglia pensando al futuro. Sperando soprattutto, a 25 anni, di sperimentarne tante altre: “il torneo non è ancora finito. Giocherò il doppio con mio cugino (Arthur Rinderknech), quindi va bene. E poi andremo a Bucarest e Madrid per giocare altre partite di qualificazione.” Con un obiettivo, la Top 100 e i primi passi nello Slam.
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